Racconto – Giulietta e Romeo
Posted on 06. Giu, 2011 by Gestore del Sito in Lettere
Se ci guardassimo un po’ intorno vedremmo che oggi la parola Amore, soprattutto dalle nuove generazioni; è descritta solo come un sentimento ormai desueto. Infatti molte relazioni che poi sfociano anche in matrimonio, non sono più fondate sulla reciproca fedeltà, felicità e dedizione assoluta, ma sull’umore del periodo che si vive. Così vengono meno anche tutti gli altri capisaldi che attorniano quel grande emisfero che è l’amore; come il rispetto, la fiducia, la dignità,
l’educazione ecc., e tutto decade in un rapporto basato solo sul proprio egoismo. Ed allora ben vengano storie d’amore che hanno caratterizzato il nostro passato pieno di sensibilità romantica, che sublimava l’amore come una delle più alte espressioni dell’animo umano e riscoprire con esse quei sentimenti e valori che sarebbe bello poter ritrovare!
GIULIETTA E ROMEO
Era finita da poco la seconda guerra mondiale e tra i molti giovani ritornati dal fronte, c’era anche Aniello, un giovane e valoroso bersagliere. Era un bellissimo ragazzo con i capelli biondi, una barbetta che sotto al sole aveva i toni del ramato e due occhioni azzurri e trasparenti, come il mare di quegli anni, che era ancora limpido e incontaminato.
Assomigliava tantissimo ad un attore di quei tempi, Amedeo Nazzari, e quando camminava per la strada le ragazze si giravano a guardarlo. Lui, non se ne accorgeva neppure, perché il suo pensiero era rivolto ad una ragazza che abitava nella sua stessa strada e che aveva visto qualche volta di sfuggita. Si chiamava Anna, ma per tutti era Nina, alta, con gli occhi castani, i capelli neri e ricci e un portamento da far invidia ad una modella. Era la prima di tanti fratelli e suo padre, ricco possidente, era un uomo molto severo e così come non permetteva che uscissero, non voleva neppure che le figlie si affacciassero al balcone.
Anche Nina aveva notato il giovane e ogni tanto di nascosto, sbirciava la strada attraverso la persiana della finestra, con la speranza che lui passasse.
Aniello, che non lo immaginava e non sapeva neppure se la ragazza fosse fidanzata, un giorno mandò con una scusa suo fratello nell’agenzia del padre,
per cercare di scoprire qualche notizia su di lei.
Da lì cominciò la loro storia d’amore e dopo un breve periodo in cui si poterono conoscere solo con gli sguardi, quando si incrociavano per caso, Aniello decise di chiedere la mano della ragazza e mandò i suoi genitori dal padre di lei.
“E’ mio dovere dirvi che il giovanotto potrà venire in questa casa solo una volta a settimana a vedere mia figlia, solo in presenza mia o di mia moglie!” esordì don Alfonso !E potranno uscire soltanto accompagnati da uno di noi” continuò. In tutto questo il padre di Aniello si arrotolava continuamente i bei baffi neri, che portava all’insù come il re Vittorio Emanuele, la madre teneva gli occhi bassi e Nina che origliava dalla camera da letto, cercava di non respirare per paura che sentissero il tum – tum del suo cuore che batteva all’impazzata.
Questo fu l’inizio del loro fidanzamento, che durò due anni, durante il quale i due innamorati non poterono abbracciarsi nemmeno una volta. Anzi un giorno che la madre stava sonnecchiando, Aniello tentò di prendere la mano della fidanzata.
In quel momento entrò il padre e…fulmini e saette, egli dovette stare un mese senza vedere Nina.
Così andavano le cose a quei tempi e per i due giovani fu una liberazione quando finalmente poterono sposarsi.
Aniello, per amore di Nina lasciò l’esercito rifiutando il grado di colonnello e andò a lavorare in un’industria navalmeccanica.
Era un bravo operaio e tutti lo stimavano soprattutto per la sua diligenza sul lavoro e per la sua bontà.
Era molto orgoglioso della sua famiglia, che intanto anno dopo anno era cresciuta, poiché dalla sua unione con Nina erano nati quattro figli.
D’estate, quando tornava da lavoro usciva con la moglie e i bambini e li portava in Villa Comunale per una passeggiata, poi dopo aver mangiato un buon gelato ritornavano a casa e Aniello in cuor suo ringraziava sempre il Signore per quella sua vita felice, seppur modesta.
Più il tempo passava e più era innamorato della sua Nina, che per lui era sempre il fulcro di tutto. Anche i vicini si erano accorti di quell’amore speciale, perché anche quando uscivano, camminavano sempre vicini. Aniello le cingeva sempre le spalle quasi a volerla proteggere da tutto e da tutti e non si allontanava mai da lei, tanto che li soprannominarono Giulietta e Romeo.
Aniello e Nina sono stati insieme per più di cinquant’anni, amandosi e rispettandosi come il primo giorno. Poi lo stesso anno dell’anniversario delle nozze d’oro egli spense per sempre il suo azzurro.
Per Nina fu come se si fosse oscurato il sole all’improvviso e per lungo tempo non riuscì ad accettare che il suo “Tutto” non ci fosse più. Lo vedeva in ogni angolo della casa, lo ricordava in ogni cosa che toccava, sentiva la sua voce in ogni canzone d’amore che ascoltava.
Si sentiva tradita, perché lui l’aveva lasciata da sola e non l’aveva portata con sé, anche quell’ultima volta. Il destino volle che ella sopravvivesse ancora per
molti anni ed anche se era attorniata dall’amore dei suoi figli, nulla fu più come prima.
Quando poi – finalmente per lei – esalò l’ultimo respiro, chi le stava accanto la sentì sussurrare “ Amore mio, aprimi le braccia: sto arrivando da te!”
Dopo due giorni dalla scomparsa, una delle figlie affacciandosi alla finestra vide due pettirossi che volteggiavano vicini e cinguettando come se si parlassero, poi si posarono senza timore sul davanzale e, dopo una breve sosta, spiegarono le ali e volarono via insieme per sempre.
Giuliette e Romeo si erano finalmente ritrovati e correvano felici mano nella mano, nell’immenso paradiso dell’eternità.