Universo infranto (Femminicidio)
Posted on 13. Nov, 2013 by Gestore del Sito in Lettere
Femminicidio: il “sì” del Senato
La violenza sulle donne è un fenomeno ignobile e intollerabile, che non tende a diminuire, anzi si radica sempre di più. In Italia, ogni due giorni e mezzo viene uccisa una donna, mentre tantissime altre vivono nell’incubo di subire la stessa sorte.
Per cercare di contrastare con più severità questo continuo stillicidio di vite umane, il Senato ha approvato con la quasi totale unanimità, il decreto su violenza di genere e sicurezza, che contiene le misure contro il femminicidio, il quale già approvato dalla Camera dei deputati, oggi diventa finalmente legge.
Le forze dell’ordine avranno più possibilità di intervento e saranno acuite le pene, perché la violenza sulle donne non è un reato qualunque! Si spera che vengano stanziati anche fondi per tutti quei centri che come il nostro, lavorano nell’assoluta autonomia finanziaria, e che spesso si trovano nella condizione di operare fra mille difficoltà. Molte volte il nostro percorso di aiuto, sembra vanificato proprio perché manca una sorta di continuità assistenziale, in quanto, non essendoci abbastanza strutture finanziate dallo Stato, adatte ad accogliere queste persone, non c’è possibilità di dare, da parte nostra, anche un supporto logistico, dopo il primo intervento di accoglienza, consulenza e aiuto psicologico. Sicché alla fine, si rischia di trasformare la lotta alla violenza solo in belle parole…
Chissà se questo nuovo decreto potrà fungere da deterrente per tutti quegli uomini (se così è ancora possibile classificarli), che commettono un crimine così orrendo come il femminicidio! Uomini che hanno perso ogni freno inibitorio e che farneticando nella loro follia di superiorità e possessività assoluta, osano paragonarsi a Dio, che plasmandoli a sua immagine e somiglianza, sperava di trasmettere anche i suoi insegnamenti…
Fa male al cuore sentire che ogni giorno milioni di donne vengono maltrattate, violentate, vessate, stuprate e poi uccise nel modo più atroce e spietato.
E spesso mi chiedo: “Cosa pensano, cosa provano quelle vittime indifese che hanno a fianco un mostro simile?
Come vivono nell’attesa e nell’agonia, essendo in cuor loro consapevoli, che prima o poi, in un modo o nell’altro, la loro vita sarà spezzata per sempre…?”
Antonietta Di Capua
La brina faceva da coperta
alle pietre, che nel suo cuore,
avevano costruito un viale di dura paura.
Come cerbiatto impaurito, nascosto tra le fronde,
che aspetta col cuore impazzito
l’arrivo delle bocche fumanti:
così,
lei preda,
attendeva il suo carnefice.
Sapeva che era lì,
in agguato,
invisibile da qualche parte.
Percepiva sulla pelle
il fuoco bruciante del suo respiro,
che sapeva di fumo dell’inferno.
Ad ogni singolo fruscio,
implodeva la sua disperazione.
Era conscia che in un modo o nell’altro
lui l’avrebbe raggiunta,
portando con sé la scatola maledetta,
per colorare per sempre la sua luna di nero!
Eppure
la chiamava “Amore”,
anche tra le ingiurie.
I suoi baci di Giuda,
le mortificavano le labbra mille volte al giorno.
Le diceva “… Ti amo”,
dopo aver violato le sue carni e la sua anima…
Nella caverna dei pensieri oscuri
anche le ultime lamelle fosforescenti
dissolvono il loro debole segnale.
Era giunto il momento…
per un demone folle,
non avrebbe più aperto il cassetto dell’arcobaleno,
che racchiudeva tutti i suoi sogni!!!